Il Dipartimento di Psicologia della Bicocca di Milano indaga il benessere dei sibling e la relazione con i fratelli e sorelle con disabilità.

La relazione tra fratelli e sorelle è, per buona parte delle persone, quella più duratura e con un’influenza sull’intero ciclo di vita. Quando uno dei componenti della fratria presenta una disabilità, fisica o intellettiva, si verifica un notevole impatto sul benessere individuale e familiare. I sibling, così vengono chiamati in letteratura i fratelli e le sorelle di persone con disabilità, vivono relazioni fraterne caratterizzate da una maggiore asimmetria, dato che il fratello o la sorella con disabilità risulta spesso dipendere dal sibling sia per il supporto emotivo che per quello strumentale. Diverse sono le variabili, individuali, familiari, legate al tipo di disabilità, che possono influenzare la relazione tra fratelli/sorelle e il benessere individuale dei sibling. La relazione tra fratelli/sorelle è influenzata anche dalla cultura della famiglia e dal modo in cui i genitori si interfacciano con la disabilità. La nascita di un bambino con disabilità è un evento critico potenzialmente destrutturante per la famiglia, ma quando un sistema familiare risulta ben funzionante è in grado di fornire supporto ai suoi componenti, portando a esiti positivi per bambini, fratelli e genitori. Da ultimo, le caratteristiche della disabilità del fratello o della sorella possono influenzare la possibilità di stabilire una relazione fraterna soddisfacente. Una disabilità più grave porta alla riduzione delle esperienze che i sibling possono condividere con i propri fratelli e sorelle.

Sono questi gli elementi che intende approfondire il Progetto di ricerca “ANALISI DELL’IMPATTO DI VARIABILI PERSONALI E FAMILIARI SULLA RELAZIONE FRATERNA E SUL BENESSERE DI GIOVANI ADULTI CON FRATELLI E SORELLE CON DISABILITÀ” realizzato da Eleonora Colombo, laureanda in Psicologia Clinica e Neuropsicologia nel Ciclo di Vita presso l’Università Milano-Bicocca, con la supervisione della Prof.ssa Laura Zampini del Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Il target dell’indagine è una specifica popolazione ad oggi scarsamente esaminata dalla letteratura: i sibling giovani adulti (18-30 anni) che ancora vivono nella famiglia di origine. Nella società attuale, la percentuale di giovani che vivono ancora con la famiglia di origine risulta essere particolarmente elevata. In Italia, in particolare, il 67% dei giovani tra 18 e 34 anni risulta vivere in famiglia con almeno uno dei genitori (dati Istat 2022). Lo studio, che coinvolgerà le Associazioni di pazienti che aderiscono all’Alleanza Malattie Rare e tutti coloro che sono interessati alla tematica, si propone, nello specifico, di valutare l’impatto di variabili individuali, familiari e del livello di disabilità del/la fratello/sorella sul benessere dei sibling e sulla relazione tra il sibling e il fratello e sorella con disabilità.

Verranno presi in considerazione tutti i tipi di disabilità, sia congenita (es., sindrome genetica) che acquisita (es., conseguente a trauma cranico), sia di tipo intellettivo che di tipo fisico. Ciò che ci si aspetta, in linea con i dati emersi dalla letteratura, è che la dimensione familiare e la gravità della disabilità impatteranno maggiormente sia sull’esperienza relazionale che sul livello di benessere dei sibling, tale per cui si potrebbe osservare come una dimensione familiare positiva possa ridurre l’impatto negativo della gravità della disabilità su entrambe le variabili dipendenti.

Lo studio in questione, che è stato valutato dalla Commissione per la Valutazione della Ricerca del Dipartimento di Psicologia, si svolge attraverso la compilazione di un questionario che resterà online fino alla fine maggio, per partecipare basta accedere al seguente link: https://psicologiaunimib.qualtrics.com/jfe/form/SV_37MyRfP97F9TPvg