David Alejandro e Daniela

David Alejandro ha 25 anni, vive a Luino (provincia di Varese), in un appartamento sotto quello dei suoi genitori e lavora in Svizzera, all’interno di un’azienda farmaceutica, a 25 minuti di auto dal suo paese. In famiglia sono tre figli, due dei quali adottivi. Solo Federico, che oggi ha 30 anni e vive in Australia, è figlio biologico. David Alejandro, invece, è nato in Colombia ed è arrivato in Italia all’età di otto anni, mentre Daniela viene dall’India, dove ha vissuto per qualche anno in un orfanotrofio. Daniela ha 31 anni ed è autistica.

“In alcuni momenti Daniela è più tranquilla, in altri più nervosa. Ma nel tempo ha fatto tanti piccoli passi avanti, acquisendo sempre maggiore autonomia. Ed è questa la cosa più importante”.

“Daniela è una ragazza serena e solare”, racconta David Alejandro. “Anche se non è sempre uguale: in alcuni momenti è più tranquilla, in altri più nervosa. Ma nel tempo ha fatto tanti piccoli passi avanti, acquisendo sempre maggiore autonomia, ed è questa la cosa più importante. Oggi è in grado di stare a una festa senza problemi, cosa impensabile fino a qualche anno fa. Negli ultimi tempi le cose sono cambiate in meglio, insomma”. Quando David Alejandro è giunto in Italia, Daniela aveva 14 anni. “Ero l’ultimo arrivato in famiglia”, ricorda. “Lei doveva capire chi ero, i bambini l’hanno sempre intimorita e la intimoriscono ancora. Ma negli ultimi tempi il nostro rapporto si è molto consolidato. Soprattutto da quando l’altro fratello è andato in Australia, lei ha cominciato a vedermi come una figura di riferimento”.

“A volte l’abbracciavo troppo forte e lei si innervosiva. Non ci sono mai rimasto male, però. C’è voluto del tempo perché potesse fidarsi di me, ma con gli anni abbiamo fatto molti passi avanti”.

Fin dal primo momento, tuttavia, David Alejandro si è sentito tutt’altro che intimidito dalla presenza di Daniela. “Non ero affatto spaventato, ero soltanto curioso”, sottolinea. “L’ho presa fin da subito a cuore e fin da subito ho cercato di instaurare un buon rapporto con lei. La mia curiosità”, precisa, “dipendeva dal fatto che ho subito avvertito che si trattava di una ragazza speciale. Fin da quando erano arrivati in Colombia, dove avevano trascorso un mese, i miei mi avevano parlato di lei. Daniela era rimasta con mia nonna e io avevo pensato di comprarle una catenina o un braccialetto, non ricordo bene, anche se mia madre mi aveva avvertito che non li avrebbe indossati. Fin da allora, insomma, era nata una curiosità che è rimasta intatta quando poi ho avuto modo di conoscerla di persona. A volte probabilmente esageravo”, prosegue David Alejandro sull’onda dei ricordi. “Ero un bambino molto vivace e lei si spaventava. Se l’abbracciavo troppo forte, lei si innervosiva, per esempio. Non ci sono mai rimasto male, però, perché comprendevo bene la sua situazione. Insomma, c’è voluto del tempo perché potesse fidarsi di me, ma con gli anni abbiamo fatto molti passi avanti”.

“Con me si comporta in maniera più adulta, direi. Se le dico di versarsi l’acqua da sola, lo fa senza problemi. Ma se al mio posto c’è mio padre, diventa davvero una bambina viziata”.

“Mia sorella ha avuto sempre un rapporto speciale con i nostri genitori, specie con mio padre con cui vive davvero in simbiosi”, dice ancora David Alejandro. “Con me si comporta in maniera diversa, più adulta, direi. Per esempio, se le dico di versarsi l’acqua da sola, lo fa senza problemi. Ma se al mio posto c’è mio padre, diventa davvero una bambina viziata. Quanto a me”, aggiunge, “non mi capita spesso di poter dare una mano a casa. È il lavoro che me lo impedisce. Mia madre lavora nella ditta edile di famiglia insieme a mio padre, così Daniela frequenta ogni giorno un centro diurno dalle 9.00 alle 16.00. A volte, quando i turni di lavoro me lo consentono, l’aiuto a prepararsi per uscire o le do la merenda, ma non è la norma. È soprattutto mia madre a occuparsi di lei, incastrando come può i vari impegni. Quando ero più piccolo, però, a volte succedeva che mi occupassi di lei quando i miei uscivano nel weekend”.

“Daniela parla poco, ma capisce tutto. Ultimamente riesce a comunicare
di più attraverso le parole, cosa che prima non faceva, neppure quando sentiva dolore”

 “Non mi sono mai sentito trascurato dai miei genitori, credo che abbiano dato le stesse attenzioni a ciascuno dei figli. Federico e Daniela hanno quasi la stessa età e, fino a che lui non è andato a vivere dall’altra parte del mondo, hanno vissuto quasi come due gemelli. Credo che Daniela senta molto la sua mancanza, ma non riesce a dirlo: quando lo chiamiamo su Skype, all’inizio non lo guarda neppure e poi, a un certo punto, vuole andare via. Si capisce che ha il magone, anche se lei non lo manifesta direttamente. Comunica le sue emozioni in maniera indiretta”. Poi pensandoci meglio, David Alejandro aggiunge: “Daniela parla poco, ma in realtà capisce tutto. Si rende conto quando parliamo di lei, specie se stiamo raccontando di qualcosa che ha combinato. Ultimamente ha cominciato a comunicare di più attraverso le parole, cosa che prima non faceva, neppure quando sentiva dolore. Ora, invece, riesce a esprimersi meglio e riesce a farci capire le cose di cui ha bisogno”.

“Alla mia ragazza ho detto: se non accetti Daniela, non puoi stare con me. E per fortuna sembra che le cose stiano andando bene. Mia sorella la sta ancora studiando, ma si capisce già che le piace”.

Quanto al futuro, David Alejandro spera in una famiglia tutta sua, dove sua sorella maggiore possa comunque trovare un posto anche lei. “Daniela per me è molto importante, mi immagino un futuro con moglie e figli che, spero, possano considerarla parte integrante della famiglia. Al momento ho una relazione sentimentale iniziata da poco, ma ho voluto chiarire le cose fin da subito. Alla mia ragazza ho detto: se non accetti Daniela, non puoi stare con me. E per fortuna sembra che le cose stiano andando bene, anche se si conoscono poco. Mia sorella la sta ancora studiando, ma si capisce già che le piace. E anche la mia ragazza riesce a rapportarsi con lei in maniera corretta. Con la mia precedente ragazza, invece, Daniela faceva la gelosa”. Ma cosa significa esattamente comportarsi nel modo giusto? David Alejandro lo spiega così: “Devi farle capire che la vedi come una persona che ha bisogno di aiuto e rispettarla. Voglio dire che una persona con una disabilità ha bisogno di maggiore rispetto degli altri. Il fatto che non parli o non si muova non vuol certo dire che con lei puoi comportarti come ti pare e piace. Spetta a te cercare sempre di fare stare bene quella persona”.

“Quando Daniela è felice oppure manifesta un’emozione, lo fa in maniera più potente.

Allo stesso modo, quando ha una crisi, è egualmente amplificata”.

“Daniela mi ha dato tanto nella vita. Sono cresciuto con l’idea che è così e basta e, oggi, quando vedo davanti a me una persona in difficoltà, mi viene spontaneo dedicarle maggiori attenzioni. So che esistono persone speciali, cioè persone che, nonostante la disabilità e i problemi che ne conseguono, hanno dentro di sé comunque qualcosa di bello. Qualcosa che non si vede subito, magari, ma che riescono comunque a trasmetterti. Quando Daniela è felice oppure manifesta un’emozione, lo fa in maniera più potente. Allo stesso modo, quando ha una crisi, è egualmente amplificata, e tu ti rendi conto di quanto possa stare male. A volte, poi, non ti aspetti determinate cose. Per esempio, quando vediamo che fa un passo avanti, anche se si tratta di una cosa elementare ci riempie di gioia. Perché comprendiamo quanto possa essere importante per lei e per noi che le siamo accanto”.

 

Intervista a cura di Antonella Patete.